Quando la privacy può salvare la vita

Percorsi abituali di militari in missione all’estero pubblicati online con leggerezza attraverso un’applicazione per il fitness.

La privacy può anche essere questione di vita o di morte. Hanno rischiato di impararlo a proprie spese i militari occidentali in forza presso alcune basi in medio oriente che attraverso l’applicazione del proprio fitness tracker hanno pubblicato online tutti i propri spostamenti, creando così involontariamente anche mappe dettagliate delle proprie basi.


L’immagine satellitare degli spostamento dei militari, ottenuta attraverso l’app

Il fatto risale già allo scorso Novembre ma è di questa settimana la scoperta di un ricercatore di sicurezza indipendente che monitorando alcune fonti di intelligence si è per caso imbattuto nei percorsi abituali seguiti dai militari durante i propri esercizi personali. L’applicazione utilizzata è di Strava Labs, che può fungere da aggregatore per i fitness tracker dei più noti marchi. L’azienda si è da subito dichiarata estranea, e a ragione, alla vicenda: sono infatti i militari ad aver reso disponibili i propri dati attivando la condivisione pubblica dei propri risultati, possibilità offerta dalle singole applicazioni ma non selezionata in maniera predefinita.

Appare dunque chiaro come il tema della privacy sia stato ampiamente sottovalutato dagli operatori, persone sicuramente preparate e che non hanno sicuramente agito con leggerezza di proposito ma per mancanza di percezione, uno dei rischi più concreti quando si ha a che fare con la tecnologia, spesso utilizzata come “black box” e della quale manca sempre più spesso un’adeguata comprensione.